Abitare da fuorisede: un’indagine tra studenti e studentesse dell’Alma Mater

Il 26 marzo, presso l’Aula Tibiletti della facoltà di Lettere dell’Università di Bologna, nell’ambito delle iniziative U.F.O. (Università Fuori Orario) si è svolta la tavola rotonda “Abitare da fuorisede. Un’indagine tra studenti e studentesse dell’Alma Mater”. 

L’evento ha offerto un’importante occasione di confronto sulle dinamiche abitative della popolazione studentesca, con un focus specifico su Bologna e sui diversi attori coinvolti nella questione abitativa. 

Il dibattito ha visto la partecipazione di esperti e rappresentanti istituzionali, tra cui Federico Condello (delegato per studentesse e studenti dell’Università di Bologna), Alessandro Bozzetti (ricercatore del Dipartimento di Architettura), Alice Facchini (giornalista), Emily Clancy (Vicesindaca con Delega alla Casa e alle Politiche per l’Abitare) e Patrizia Mondin (Direttrice di ER.GO) che hanno discusso il ruolo che Università, Comune e sistema di Diritto allo Studio ricoprono in queste dinamiche. 

Il questionario per studenti e studentesse

Per analizzare il fenomeno a livello cittadino, sono stati presentati i primi dati di un questionario condotto nell’ambito del progetto PRIN PNRR LINUS del Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna e sottoposto a tutti gli studenti e le studentesse dell’Ateneo. 

Un aspetto cruciale che ha guidato la ricerca e la redazione del questionario è la mancanza di dati relativi alla geolocalizzazione degli studenti, un’informazione essenziale per pianificare servizi e mobilità. I risultati delineano un quadro complesso: la maggior parte degli studenti vive nel centro storico, con una distribuzione che varia a seconda del corso di studi; gli studenti dell’area sociale si concentrano infatti nella zona est, mentre quelli di ingegneria prevalgono a ovest. 

La ricerca dell’alloggio risulta spesso difficoltosa a causa degli affitti elevati (+29% in tre anni per una stanza singola), della scarsa qualità degli immobili e delle garanzie richieste. Inoltre, la competizione con gli affitti brevi, che si concentrano nelle medesime zone in cui la domanda di alloggi per studenti è maggiore, riduce ulteriormente la disponibilità di soluzioni abitative per quest’ultimi.

Un aspetto interessante, emerso in parte dai risultati del questionario, è relativo all’aumento dei prezzi nel mercato privato degli affitti che rende gli studentati privati sempre più competitivi sul mercato. Questo aspetto solleva interessanti interrogativi sulle strategie da adottare per garantire soluzioni abitative sostenibili.

Lo student housing

Il dibattito ha approfondito il ruolo degli studentati privati e il loro rapporto con i fondi del PNRR, evidenziando come, soprattutto a Bologna, i grandi investitori non trovino vantaggioso aderire al modello di collaborazione proposto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. 

Negli ultimi anni, infatti, il settore dello student housing ha attirato sempre più investimenti, sia italiani che internazionali, portando alla nascita di numerosi studentati privati in molte città italiane, Bologna inclusa. Tuttavia, nonostante questa crescita, il PNRR impone ai privati di destinare una quota di alloggi a prezzi calmierati per il diritto allo studio, un vincolo che gli operatori privati considerano poco conveniente, preferendo mantenere tariffe di mercato più alte. 

A Bologna, realtà come Camplus, Beyoo, Laude Living e The Social Hub offrono oggi un numero di posti letto nettamente superiore a quelli garantiti dall’ente per il diritto allo studio (che conta ad oggi circa 1.900 posti), ma a costi maggiori rispetto al mercato. 

Inoltre, mentre in altre città della regione sono state attivate nell’ultimo periodo convenzioni tra privati ed enti per il diritto allo studio per accedere ai fondi ministeriali e garantire alloggi a prezzi più sostenibili, a Bologna gli investitori scelgono di non aderire a questo modello con il rischio di rafforzare il ruolo dei privati nel mercato abitativo studentesco senza però migliorare realmente l’accessibilità economica degli alloggi.

Il Comune di Bologna

La Vicesindaca ha infine sottolineato come, pur non avendo competenza diretta sul diritto allo studio, il Comune di Bologna abbia sempre considerato gli studenti nelle proprie politiche, riconoscendo il valore della vocazione universitaria della città. 

Per affrontare la crisi abitativa, il Comune sta portando avanti il Piano per l’Abitare e ha istituito, più recentemente, la Fondazione Abitare, che punta a mobilitare il patrimonio immobiliare inutilizzato, che si aggira tra 13.000 e 15.000 alloggi secondo quanto evidenziato dal Terzo Quaderno del Piano per l’Abitare, attraverso incentivi per la ristrutturazione e la locazione a canone concordato, con l’obiettivo di contenere i prezzi. 

L’evento ha messo in luce le criticità del sistema abitativo bolognese, evidenziando la crescente difficoltà degli studenti nel trovare alloggi accessibili e adeguati. Il confronto ha sottolineato la necessità di un’azione coordinata tra Università, Comune ed enti per il diritto allo studio, affinché vengano adottate strategie concrete e sostenibili per migliorare l’accesso e la permanenza degli studenti in città e per preservare Bologna come città universitaria accogliente.

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