Governare le città del XXI secolo significa affrontare sfide complesse in un’epoca di profonde trasformazioni e crescita urbana.
Le aree metropolitane
Le aree metropolitane con oltre un milione di abitanti sono passate da 76 nel 1950 a più di 500 oggi e accolgono ormai il 60% della popolazione mondiale su appena il 3% della superficie terrestre. Questi territori, pur essendo i principali motori dello sviluppo economico e dell’innovazione, sono anche responsabili del 70% dei consumi energetici globali e di oltre il 60% delle emissioni di gas serra.
Le metropoli si trovano quindi oggi a un crocevia fondamentale, chiamate a rispondere simultaneamente a crisi ambientali, precarietà economica, disuguaglianze crescenti, migrazioni e tensioni sociali.
In questo scenario, la governance metropolitana emerge come uno strumento indispensabile per coordinare persone, luoghi e risorse, affrontando sfide che superano i confini amministrativi tradizionali.
Il report di Metropolis
Per approfondire queste dinamiche Metropolis, la rete globale che riunisce oltre 150 grandi città e aree metropolitane, ha pubblicato nell’ottobre 2024 il report “Redefining Metropolitan Governance in the 21st Century”.
Il documento invita a ripensare la scala del governo urbano, promuovendo modelli più efficaci e inclusivi in un mondo sempre più interconnesso e diseguale.
L’urbanizzazione ha rappresentato nel tempo un motore fondamentale per lo sviluppo economico globale, ma nelle città mal governate rischia di diventare una fonte di nuove disuguaglianze. Le aree metropolitane attraggono infatti investimenti, innovazione e capitale umano, ma quando la crescita si concentra solo nei centri urbani, le periferie restano escluse, prive di servizi, infrastrutture e opportunità.
Questa polarizzazione economica e sociale alimenta tensioni e mina la coesione delle comunità. Le grandi città, pur generando ricchezza, non garantiscono quindi automaticamente una migliore qualità della vita. L’aumento dei costi abitativi, l’espansione dell’informalità e la difficoltà di accesso ai servizi essenziali colpiscono infatti soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione che le vivono.
Per evitare che le metropoli diventino motori di disuguaglianza, è necessario quindi un cambio di paradigma, servono politiche capaci di coordinare le diverse scale di governo e di bilanciare sviluppo economico, equità sociale e sostenibilità ambientale.
Ripensare la governance urbana significa promuovere una distribuzione più giusta delle risorse e costruire città in cui abitare non sia un privilegio, ma un diritto condiviso. Servono soluzioni di governance comprensive per affrontare questioni cruciali come mobilità e abitazione, che influenzano profondamente la definizione di città, luogo e appartenenza.
Proposte di governance metropolitana
Ad oggi la governance metropolitana si articola in diverse forme: governi metropolitani, agenzie settoriali, coordinamento verticale e cooperazione tra municipi. Tuttavia, di fronte a sfide sempre più complesse, questi modelli richiedono un’evoluzione.
Il report invita a superare approcci frammentati e ad adottare strutture più adattive, inclusive e partecipative, capaci di garantire una distribuzione equa delle risorse.
Propone di considerare la metropoli su tre piani: come sistema urbano complesso che comprende centro, sobborghi e reti interconnesse; come parte di un ecosistema che influenza e dipende dal contesto territoriale; e come attore globale, con un peso economico, sociale e culturale decisivo.
Governare a questa scala significa riconoscere la natura interdipendente delle città e costruire strumenti capaci di rispondere a sfide locali e globali insieme. Una governance metropolitana efficace deve quindi riconoscere che ogni scala territoriale, dal quartiere alla città fino alla regione metropolitana, richiede strumenti e approcci diversi.
Alla scala di quartiere, l’attenzione va alla prossimità dei servizi essenziali, come parchi, scuole, centri comunitari, strutture sanitarie e trasporti, garantendo partecipazione e attenzione ai bisogni locali. Alla scala urbana, le politiche riguardano temi che superano i confini amministrativi, come la casa, lo sviluppo economico e le infrastrutture culturali, per bilanciare crescita e inclusione. Alla scala metropolitana, dove città e aree suburbane si intrecciano, le priorità sono ambientali e legate alla pianificazione sostenibile, richiedendo un coordinamento efficace tra territori.Non si tratta quindi di creare nuovi livelli di burocrazia, ma di riallineare le strutture esistenti, favorendo collaborazione, fiducia e capacità di adattamento. In questo complesso quadro, quindi, non esiste un unico modello valido per tutte le metropoli, ogni contesto richiede soluzioni su misura, costruite a partire dall’identificazione delle proprie caratteristiche e sul coinvolgimento delle comunità.