Seminario pubblico OMSA sul ruolo degli studenti nelle città universitarie

Il 30 gennaio scorso, nella Sala Anziani di Palazzo D’Accursio, si è tenuto il primo seminario pubblico “Abitare le città universitarie: l’impatto della popolazione studentesca sulle politiche urbane – Un dialogo tra città: Bologna, Torino, Milano e Padova”. L’evento, organizzato dall’Osservatorio Metropolitano del Sistema Abitativo, si è svolto nell’ambito dell’accordo attuativo tra il Settore Politiche Abitative del Comune e il Dipartimento di Architettura in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Bologna. 

L’incontro è stata un’occasione per approfondire e discutere le politiche abitative e urbanistiche a livello regionale e locale che hanno caratterizzato gli ultimi vent’anni nelle città di Bologna, Milano, Torino e Padova, coinvolte nel progetto PRIN PNRR 2022 LINUS – “Living the university city: student housing as drivers of changes”.

Gli interventi

Aprendo il seminario, la Vicesindaca Emily Marion Clancy ha posto l’accento sulla crisi abitativa e illustrato le cinque linee d’azione del Piano per l’Abitare del Comune, sottolineando la necessità di politiche integrate per garantire un accesso equo alla casa in un contesto urbano in continua evoluzione.

Carlo Cellamare dell’Università La Sapienza di Roma ha messo in luce come la domanda abitativa sia profondamente cambiata negli ultimi anni. Se in passato l’esigenza di alloggi era principalmente legata ai nuclei familiari tradizionali, oggi le città ospitano una popolazione eterogenea, che include studenti, turisti, migranti, lavoratori stagionali, anziani e famiglie mononucleari. Questo scenario richiede una riflessione più ampia che vada oltre la semplice disponibilità di alloggi, includendo servizi e spazi condivisi per rafforzare le reti sociali e il senso di comunità. In questa prospettiva, la casa e la rigenerazione urbana devono procedere di pari passo.

La tavola rotonda, moderata da Loris Servillo del Politecnico di Torino, ha visto la partecipazione di Elisa Conticelli (Università di Bologna), Marco Santangelo (Politecnico di Torino), Silvia Mugnano (Università di Milano Bicocca) e Michelangelo Savino (Università di Padova), rappresentanti delle unità di ricerca coinvolte nel progetto LINUS.

Il dibattito si è articolato attorno a due questioni chiave: le città riconoscono il ruolo degli studenti come protagonisti della vita urbana? Le università, come istituzioni, hanno avuto e continuano ad avere un’influenza concreta sulle politiche urbane?

La Vicesindaca Emily Marion Clancly, Carlo Cellammare dell'Università La Sapienza di Roma e Loris Servillo del Politecnico di Torino durante l'evento

Le strategie delle città universitarie

Le città universitarie italiane hanno affrontato negli anni sfide simili in riferimento alla questione abitativa, ma adottato strategie differenti in base alla loro storia e identità urbana. Un elemento distintivo è il rapporto tra università e politiche urbane.

A Bologna, città storicamente legata alla presenza di un unico grande ateneo, l’università è parte integrante della città. Tuttavia, negli ultimi quindici anni l’attenzione verso la popolazione studentesca è cresciuta, segnando un cambiamento di prospettiva: gli studenti, un tempo considerati una risorsa, sono oggi spesso percepiti come un problema da gestire. In questo contesto, l’università non gioca un ruolo da protagonista nella pianificazione urbana, ma supporta le strategie cittadine.

A Torino, invece, l’università è un attore attivo nelle trasformazioni urbane, permettendo ad una città tradizionalmente industriale di sviluppare una forte identità universitaria. L’università partecipa ai piani di sviluppo, contribuendo alla riqualificazione di aree dismesse e alla creazione di spazi dedicati alla formazione e all’innovazione.

A Milano l’università, pur non essendo un promotore diretto delle trasformazioni urbane, ha un ruolo di facilitatore che ha contribuito ad accelerare i processi di riqualificazione. La presenza di sette atenei ed il loro progressivo decentramento hanno favorito lo spostamento delle residenze studentesche verso la periferia e l’area metropolitana, mentre il centro si è progressivamente orientato verso gli affitti brevi per il turismo.

Diverso è il caso di Padova, dove la questione abitativa degli studenti è emersa solo dopo le proteste del 2020. Qui gli studenti sono spesso percepiti come concorrenti rispetto ad altre categorie di abitanti, in una città che tende a volersi identificare con il settore manifatturiero e sempre più con il settore del turismo culturale piuttosto che con la sua vocazione universitaria. Padova è quindi una grande università in una piccola città, che fatica ad integrare questo aspetto nella propria narrazione urbana e quindi anche nelle politiche abitative.

Il seminario ha evidenziato come le città universitarie si trovino oggi a un bivio: riconoscere e integrare pienamente la popolazione studentesca nelle politiche urbane oppure relegarla a un ruolo marginale.

Comprendere le dinamiche che muovono questa popolazione e tutte le nuove popolazioni che animano le città è essenziale per sviluppare strategie abitative più efficaci e inclusive, capaci di rispondere alle esigenze di tutte le comunità, come ha sottolineato l’intervento conclusivo del Direttore del Settore Politiche Abitative Marco Guerzoni.

Per maggiori dettagli e approfondimenti, si rimanda alla locandina dell’evento.